Ibiza fuori stagione: a piedi, in bici e kayak
Ibiza fuori stagione: a piedi, in bici e kayak
Ibiza: qual è la prima cosa che vi viene in mente quando sentite il nome di quest’isola delle Baleari? Musica, feste, club? Sicuro. Anche mare e spiagge naturalmente. Ibiza è tutto questo, ma non solo. Anzi, molto di più. Soprattutto fuori stagione ovvero mesi estivi a parte. Da metà settembre e fino alla fine di maggio infatti il clima a Ibiza diventa meno torrido, l’affollamento scema e ci si può immergere nella natura. Di spiaggia in spiaggia, ma anche e soprattutto di collina in collina, nei boschi e in campagna.
Ibiza è coperta per circa il 40 per cento, da pini e ginepri e ospita ben 1800 specie vegetali differenti. Il verde dunque è il colore dominante da ottobre a inizi giugno. Anche perché lo sbalzo termico notte giorno, deposita millilitri di rugiada sul terreno e le piante bevono golosamente le preziose goccioline d’acqua per crescere rigogliose.
L’altra Ibiza insomma, è una scoperta da fare giorno dopo giorno. Per godersela in modo slow. A piedi e in bicicletta. Così come in kayak per avere un altro punto di vista sulla costa, infilarsi in qualche grotta e scendere a terra nelle baie più nascoste.
Ognuno insomma può scegliere l’attività che preferisce. Solo trekking. Solo in sella alla due ruote (anche elettrica). Oppure solo via mare, pagaiando. Meglio ancora alternando l’una all’altra a seconda del posto da visitare. E unendo, per i più sportivi, anche l’arrampicata perché le pareti, per principianti e avanzati, sono decine.
I percorsi da fare possono essere di uno o più giorni a seconda del tempo a disposizione e dell’allenamento. In una settimana si riesce ad avere un’idea generale dell’isola. Con dieci giorni è possibile soffermarsi meglio nelle varie zone.
Da dove partire? Da Dalt Vila ovvero l’acropoli del capoluogo Ibiza. Dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco è un piacere scoprirla camminando di stradina in stradina , percorrendo le cinta murarie rinascimentali con i suoi sette baluardi. Sempre viva e vivace, dalle 11 del mattino a notte inoltrata, la città antica è il posto giusto per fare shopping e divertirsi. Aperto tutto l’anno, per chi ama la musica dal vivo, è il Teatro Pereyra Café Concerto, a due passi dal porto.
Belle le passeggiate lungo la marina dove attraccano i traghetti per Formentera e in arrivo dal continente. Lungomare: spiaggia di Talamanca e Playa d’en Bossa.
Le spiagge più belle però si trovano nel comune di Sant Josep de Sa Talaia: 80 chilometri, cale comprese. Due su tutte, all’interno del Parco Naturale di Ses Salines (Le Salines). Si tratta di Es Cavallet, un chilometro di spiaggia bianca, la prima in Europa frequentata in modo ufficiale dai gay egli anni Settanta e oggi la numero uno per i nudisti; e di Ses Salines, acqua degradante dolcemente, dune alle spalle. Per girare nel parco il mezzo ideale è la mountain bike: i percorsi sono stati mappati con il gps ed è difficile perdersi nonostante la vegetazione.
Da fare in kayak è la costa occidentale. A Cala d’Hort, con due ore di escursione, si arriva verso l’isolotto di Es Vedrà, riserva naturale, e immagine simbolo di Ibiza. Quindi, sempre pagaiando con calma, ecco Sa Pedrera, la “mitica” Atlantis, luogo di culto per gli hippie di ieri e di oggi. Qui, a livello del mare, “cavavano” i blocchi per costruire le fortificazioni e le case. Le acque, cristalline, grazie alla poseidonia (anch’essa proclamata Patrimonio dell’Umanità) invitano a tuffarsi e a fare snorkeling.
Pagaiando ancora e ancora verso Nord, sulla stessa costa, ecco Cala Vedella, raccolta e tranquilla. Più su, ma è necessario fare almeno una tappa, c’è Cala Comte con le dune selvagge e dove il tramonto è un must.
A Sant Antony de Portmany il suggerimento è di setacciare la città, a piedi, di murales in murales. Da alcuni anni gli artisti dei dipinti su muro vengono invitati a lasciare il loro “segno” e i risultati sono davvero notevoli. La chiesa, dove spicca la torre di difesa, veniva usata come fortificazione nel Trecento. Spettacolare è la baia, con decine e decine di barche ormeggiate, nel centro cittadino.
Il suggerimento poi è di puntare all’interno e verso Nord facendo tappa a Santa Gertrudis e a San Mateo. Il paesaggio, a terrazze, incanta.
La parte Nord Orientale di Ibiza ha due “poli”: Santa Eulària des Riu e San Joan de Labritja. Dal mare all’interno. Un litorale incredibile da fare pagaiando. Mentre in bicicletta, alternando escursioni a piedi, è da scoprire l’interno. Con la splendida campagna (a febbraio quando in genere fioriscono i mandorli lo spettacolo è ancor più bello). È in questa parte dell’isola, meno battuta anche in estate dai turisti, che si trovano infatti la maggior parte delle aziende agricole e delle coltivazioni di arance, limoni, manghi. Oltre a quelle degli ortaggi naturalmente.
Le stradine sono strette. Asfaltate o sterrate. Traffico inesistente anche se occorre prestare attenzione quando ci si muove in bicicletta. Le piste ciclabili non esistono (fatta eccezione per un unico tratto da Santa Gertrudis a San Miguel) e alcuni automobilisti amano schiacciare l’acceleratore.
Un suggerimento per soggiornare fuori stagione: ricorrere alla rete di Airbnb. I residenti infatti, aprono le loro abitazioni anche quando alberghi e b&b chiudono i battenti. Gentili e disponibili fanno sentire come a casa.
Ibiza: qual è la prima cosa che vi viene in mente quando sentite il nome di quest’isola delle Baleari? Musica, feste, club? Sicuro. Anche mare e spiagge naturalmente. Ibiza è tutto questo, ma non solo. Anzi, molto di più. Soprattutto fuori stagione ovvero mesi estivi a parte. Da metà settembre e fino alla fine di maggio infatti il clima a Ibiza diventa meno torrido, l’affollamento scema e ci si può immergere nella natura. Di spiaggia in spiaggia, ma anche e soprattutto di collina in collina, nei boschi e in campagna.
Ibiza è coperta per circa il 40 per cento, da pini e ginepri e ospita ben 1800 specie vegetali differenti. Il verde dunque è il colore dominante da ottobre a inizi giugno. Anche perché lo sbalzo termico notte giorno, deposita millilitri di rugiada sul terreno e le piante bevono golosamente le preziose goccioline d’acqua per crescere rigogliose.
L’altra Ibiza insomma, è una scoperta da fare giorno dopo giorno. Per godersela in modo slow. A piedi e in bicicletta. Così come in kayak per avere un altro punto di vista sulla costa, infilarsi in qualche grotta e scendere a terra nelle baie più nascoste.
Ognuno insomma può scegliere l’attività che preferisce. Solo trekking. Solo in sella alla due ruote (anche elettrica). Oppure solo via mare, pagaiando. Meglio ancora alternando l’una all’altra a seconda del posto da visitare. E unendo, per i più sportivi, anche l’arrampicata perché le pareti, per principianti e avanzati, sono decine.
I percorsi da fare possono essere di uno o più giorni a seconda del tempo a disposizione e dell’allenamento. In una settimana si riesce ad avere un’idea generale dell’isola. Con dieci giorni è possibile soffermarsi meglio nelle varie zone.
Da dove partire? Da Dalt Vila ovvero l’acropoli del capoluogo Ibiza. Dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco è un piacere scoprirla camminando di stradina in stradina , percorrendo le cinta murarie rinascimentali con i suoi sette baluardi. Sempre viva e vivace, dalle 11 del mattino a notte inoltrata, la città antica è il posto giusto per fare shopping e divertirsi. Aperto tutto l’anno, per chi ama la musica dal vivo, è il Teatro Pereyra Café Concerto, a due passi dal porto.
Belle le passeggiate lungo la marina dove attraccano i traghetti per Formentera e in arrivo dal continente. Lungomare: spiaggia di Talamanca e Playa d’en Bossa.
Le spiagge più belle però si trovano nel comune di Sant Josep de Sa Talaia: 80 chilometri, cale comprese. Due su tutte, all’interno del Parco Naturale di Ses Salines (Le Salines). Si tratta di Es Cavallet, un chilometro di spiaggia bianca, la prima in Europa frequentata in modo ufficiale dai gay egli anni Settanta e oggi la numero uno per i nudisti; e di Ses Salines, acqua degradante dolcemente, dune alle spalle. Per girare nel parco il mezzo ideale è la mountain bike: i percorsi sono stati mappati con il gps ed è difficile perdersi nonostante la vegetazione.
Da fare in kayak è la costa occidentale. A Cala d’Hort, con due ore di escursione, si arriva verso l’isolotto di Es Vedrà, riserva naturale, e immagine simbolo di Ibiza. Quindi, sempre pagaiando con calma, ecco Sa Pedrera, la “mitica” Atlantis, luogo di culto per gli hippie di ieri e di oggi. Qui, a livello del mare, “cavavano” i blocchi per costruire le fortificazioni e le case. Le acque, cristalline, grazie alla poseidonia (anch’essa proclamata Patrimonio dell’Umanità) invitano a tuffarsi e a fare snorkeling.
Pagaiando ancora e ancora verso Nord, sulla stessa costa, ecco Cala Vedella, raccolta e tranquilla. Più su, ma è necessario fare almeno una tappa, c’è Cala Comte con le dune selvagge e dove il tramonto è un must.
A Sant Antony de Portmany il suggerimento è di setacciare la città, a piedi, di murales in murales. Da alcuni anni gli artisti dei dipinti su muro vengono invitati a lasciare il loro “segno” e i risultati sono davvero notevoli. La chiesa, dove spicca la torre di difesa, veniva usata come fortificazione nel Trecento. Spettacolare è la baia, con decine e decine di barche ormeggiate, nel centro cittadino.
Il suggerimento poi è di puntare all’interno e verso Nord facendo tappa a Santa Gertrudis e a San Mateo. Il paesaggio, a terrazze, incanta.
La parte Nord Orientale di Ibiza ha due “poli”: Santa Eulària des Riu e San Joan de Labritja. Dal mare all’interno. Un litorale incredibile da fare pagaiando. Mentre in bicicletta, alternando escursioni a piedi, è da scoprire l’interno. Con la splendida campagna (a febbraio quando in genere fioriscono i mandorli lo spettacolo è ancor più bello). È in questa parte dell’isola, meno battuta anche in estate dai turisti, che si trovano infatti la maggior parte delle aziende agricole e delle coltivazioni di arance, limoni, manghi. Oltre a quelle degli ortaggi naturalmente.
Le stradine sono strette. Asfaltate o sterrate. Traffico inesistente anche se occorre prestare attenzione quando ci si muove in bicicletta. Le piste ciclabili non esistono (fatta eccezione per un unico tratto da Santa Gertrudis a San Miguel) e alcuni automobilisti amano schiacciare l’acceleratore.
Un suggerimento per soggiornare fuori stagione: ricorrere alla rete di Airbnb. I residenti infatti, aprono le loro abitazioni anche quando alberghi e b&b chiudono i battenti. Gentili e disponibili fanno sentire come a casa.