-
Ibiza, da grande
Ora ve la spiego io una cosa: Ibiza quando diventi grande.
E moglie. E mamma.
Sono 25 anni che frequento la Isla e i primi 14 li ho fatti da vera sbarbata.Come molti di voi frequentavo locali e disco, dormivo di giorno in spiaggia (rigorosamente sotto l’ombrellone), collezionavo braccialetti e facevo autostop. Una figata. Ogni volta che mettevo piede a Ibiza era una festa, conoscevo un sacco di gente – ogni notte un locale – ogni giorno una playa.
Ricordo ancora serate intere passate con le mie amiche al bar dell’Amnesia al porto: prima di andare a ballare si stava ore e ore sedute a guardare la gente che passava e oh, i ragazzi (come le ragazze) erano tutti uno schianto tanto che eravamo davvero convinte che all’aeroporto facessero una specie di selezione all’ingresso: se non eri bello bello non passavi.
Ho sempre amato quest’isola anche per le pochissime famiglie che si vedevano: era raro ritrovarsi in spiaggia con qualche marmocchio che rompesse le scatole proprio mentre tu eri li e dovevi dormire. Già, dormire. Perché le spiagge una volta servivano a quello: il riposo del guerriero dopo una notte che durava fino alla mattina inoltrata del giorno dopo.
La vita intanto scorre e anche tu, single incallita – almeno per 15 gg ad agosto – ti ritrovi fidanzata. Ecco che trasgredisci la prima vera regola ibizenca – a ibiza è vietato portare il fidanzato:
a. perché non ti divertiresti mai allo stesso modo ma, soprattutto non puoi tradire il tuo gruppo di amiche che partire insieme è una tradizione come la cena di Natale
b. perché girano troppe donne nude e così belle che tu di colpo diventi un foruncolo sul culo dell’universo – e ai suoi occhi questo non lo puoi permettere.
Ma arriva per tutti quel momento e anch’io ho avuto il mio: la prima estate insieme, lui rimase a casa ed io passai l’intera vacanza con il cellulare attaccato con punti di sutura all’orecchio. L’anno dopo, dato che il conto telefonico era stato salatissimo costandomi almeno due volte la vacanza, ricordo di aver ripetuto per giorni una frase in testa, come un mantra che diceva “ma si, si può portare ANCHE il fidanzato a Ibiza” ” che c’è di male…” “ti divertirai su!” va beh, alla fine glie l’ho chiesto.
L’ho dovuto pure convincere perché per chi non c’è mai stato, Ibiza è solo un’unica immensa discoteca e tu, che fino a ieri ci vivevi dentro, ti ritrovi a parlargli di lei come se fossi la figlia di Piero Angela e la flora e la fauna dell’isola ti siano da sempre state a cuore. No?!
Beh alla fine prendi questo aereo da donna fidanzata e appena arrivi sai, consapevolmente sai, che le tue vacanze saranno sempre esagerate, bellissime, ma non più le stesse. E non lo dico con una vena di malinconia ma con la vena proprio in fronte, quella che pulsa ogni volta che mi agito. Perché alla fine, quel fottuto aereo lo prendi con lui, che nel frattempo è diventato tuo marito (nonostante le promesse “ibiza e’ bella ma non ci andremo ogni anno vero?” “ma va amore no, solo questo che ho già prenotato” e ogni anno stessa storia) e con i tuoi figli.
Ebbene si.
Tu, proprio tu, che fino a ieri vantavi pochi “marmocchi” in spiaggia e quei pochi che vedevi li insultavi con frasi tipo “ma la mamma portarti in Liguria come tutti gli altri bambini no?”, tu che “al massimo il fidanzato” alla fine fai una famiglia intera e te la carichi sul primo low cost che trovi.
Ibiza è peggio di una droga.
Da quel momento, smetti di fare nottate e le serate al massimo te le fai in giro col passeggino – con il gelatino – a Es Canar.
Le notti se le passi sveglia è solo perché tuo figlio è ancora troppo piccolo e manco gli hai dato il tempo di farvi tagliare il cordone ombelicale che eri già agli imbarchi; le mattine ti alzi e scegli una spiaggia dove andare con paletta e secchiello e mentre hai almeno tre borsoni, ombrellone, frigobar e tuttoilnecessario, ti passa davanti una compagnia di amici – quelli che sono appena tornati da qualche party, quelli che fanno colazione con gli occhiali da sole prima di andare a dormire.
Presente ?
Bene, li vedi, ti guardi e alla fine sorridi.
C’è un tempo per tutto, si dice.
Si dice anche che “ibiza o ti assorbe o ti caccia”.
Nel mio caso ha assorbito me, due nani e un marito meraviglioso, ormai arreso, che non mi chiede più “ma questo e’ l’ultimo anno e poi basta???”.
Barbara